venerdì 28 dicembre 2012

In caso di pioggia


La vecchia cerata
era sempre bagnata.
La vecchia cerata
non stava piegata.
Non veniva impilata
e nemmeno stirata.
Restava all'entrata 
la vecchia cerata.
Ma quando la pioggia iniziava a cantare
ecco, per lei, era l'ora di andare.


mercoledì 26 dicembre 2012

La strada se ne va.


C'era una strada di campagna
che ogni giorno aveva una lagna.
"Io quaggiù non voglio stare,
vicino al cielo voglio arrivare.
Quando divento maggiorenne,
lascio la valle e le sue pecorelle."
Così un giorno, bello bello,
lasciò tutto e seguì il ruscello.
Non in discesa, ma in salita,
era felice, ma quanta fatica.
"Dove vai?" chiedevan gli uccelli.
"Dove vai?" chiedevan gli agnelli.
"Io vado lassù,
vicino a quel blu."
Salì in alto fino alla cima,
"Da qui vedo pure la Cina!"
Disse questo e si fermò.
"Questo è il posto dove starò."
Cosi la strada di campagna
divenne una strada di montagna.

lunedì 24 dicembre 2012

Non c'è l'uno senza l'altro

C'era una punta nera nera
che durava solo una sera.
Più correva e andava veloce
più pian piano spariva la luce.
Lei sapeva inizi e finali
di cani, gatti, topi e maiali.
Quando la mano vedeva arrivare
era il momento di lavorare.
Storie, racconti e poesie
fate, castelli e assurde magie.
La punta scorreva fino al mattino
in compagnia di un temperino.
Poi un giorno lui se ne andò
dritto dritto in un comò.
La punta allora non seppe che fare,
non c'era nessuno a poterla aiutare.
"E adesso che faccio fino al mattino
senza il mio amico temperino?"
Lui le stava sempre vicino,
lui le diceva quando andare pianino.
Ora che lui l'aveva lasciata
la sua storia si era fermata.
E questa volta, caso speciale,
non fu lei a segnare il finale.

venerdì 21 dicembre 2012

Una bimba strana

Nel paese dei nati stanchi
vive la bimba dagli occhi bianchi.
Gli altri vivevano con lentezza,
avevano tempo per una carezza.
Lei vagava per il paese
scalando salite, affrontando discese.
Tutti dicevano "le manca un colore!"
Lei ascoltava, ma senza rancore.
Guardava intorno: azzurri, marroni 
così voleva i suoi begli occhioni.
Ma la bimba dagli occhi bianchi
non diceva mai "mi manchi."
Non piangeva e non rideva,
non gioiva nè soffriva.
Finché un giorno all'improvviso
ecco una lacrima lungo il viso.
Tutti stettero a guardare,
tutti smisero di parlare.
Finché la bimba non capí
il segreto di quel dí.
Il colore delle emozioni
le aveva reso gli occhi marroni.
Il colore di quel pianto
le aveva dato tanto tanto.
Verdi, azzurri o neri neri
ora i suoi occhi sí ch'eran veri.

giovedì 20 dicembre 2012

Che buona!
















Questa è la storia di una torta farcita
che odiava i dolcetti di frutta candita.
Pensava che fossero dei poverelli:
piccoli, duri e di certo non belli.
A lei facevan dei gran complimenti
mentre per loro eran solo lamenti.
Lei si lodava coi dolcetti impietriti
e li lasciava un po' intimoriti:
"Non ci son dubbi, son io la regina,
ho molta più crema e poca farina!"
Lei si vantava da già più di un anno,
finché arrivó il giorno del suo compleanno.
Tutti ammiravan la torta farcita,
tutti per lei si leccavan le dita.
Tanti regali, fiori e corone,
e la torta spari in un solo boccone.
..........................
..........................
... e i dolcetti di frutta candita?
Anche 'stavolta ebber salva la vita.

martedì 18 dicembre 2012

Mi scappa!

C'era una gatta di nome Magù,
che non voleva far la pupù.
"Io voglio un bagno con il lavandino
e anche un bidet che gli stia vicino.”
Lei viaggiava per tutto il paese
a reclamare e fare pretese
La gatta Magù, salita su un ramo,
fece richiesta anche al sultano.
Ma proprio mentre stava lassù
sentì arrivare ohibò la pupù.
"Oh che vergogna, che caso strano!"
Disse la gatta, pensando da umano.
“Guarda che in fondo è un fatto normale.”
Disse invece un altro animale.
Non era quello certo il momento
per aggiungere qualche commento.
Quindi la gatta scese dal ramo
e cominciò ad andare lontano.
“Non posso tenerla,
io devo farla.
Dove mi metto?
Mi serve un bagnetto.”
Finché arrivò vicino allo stagno,
che da quel giorno divenne il suo bagno.


lunedì 17 dicembre 2012

La rana che fa boom.

Rina la rana
certo era strana.
Piu camminava,
piu si gonfiava
"Attenta che esplodi!
Attenta a quei chiodi!"
Ma Rina la rana non ascoltava
e gonfia com'era
non vide la cera.
Cosi scivolando
fece un bel botto
e subito avvenne
che in quattro e quattr'otto
Rina la rana, la rana tronfia
divenne Rina, la rana sgonfia.

domenica 16 dicembre 2012

Che storta!



C’era una volta
una gambina storta.
Lei in piedi non sapeva stare
e cercava qualcosa per potersi appoggiare.
Un muro?
Che duro!
Un ramo?
Che strano!
Un bastone?
Ohibò, che indecisione!
“Forse è il caso che mi faccia operare
se non trovo nessuno a cui potermi appoggiare.”
“Buongiorno, dottore,
le chiedo un favore.”
“Certo, mi dica,
non faccia fatica.”
“lo vede dottore, io sono storta.”
“Lo vedo, signora, ma questo che importa!
La soluzione non è qui da me,
lei sa di storte quante ce n’è?”
Camminava e piangeva la piccolina,
perché il dottore non la capiva.
Ma all’improvviso qualcosa cambiò
Perché la gambina vide una O.
“Veloce gambina,
vieni vicina.”
“Eccomi, arrivo, ma dove mi metto?”
“Appoggiati qui, sotto al mio petto.”
E da quel giorno non pianse mai più
perché la gambina divenne una Q.

Incontri











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m_r_
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s_l_
_a_e
­c_n_
Questa è la storia di una a e una e
che viaggiavano in coppia, ma senza perché.
Un giorno d’estate volevan nuotare.
La m e la r dovetter chiamare.
Finché affamate tornarono a casa
e per cucinare
la s e la l dovetter cercare.
“Che buona che è!”
“Dell’altra ce n’è?”
Eran soddisfatte la a e la e.
Ma dalla finestra ecco arrivare
la c e la n con tanto abbaiare.
La a e la e apriron la porta
ed eran felici
di aver trovato così tanti amici.
Perché da sole, questo si sa,
vivevano bene, ma solo a metà.

Il bambino calzino










Questa è la storia di un bambino calzino,
nato d’’inverno, piccino piccino.
Lo misero subito dentro un cassetto,
ma questo ogni giorno diventava più stretto.
Il bambino calzino poteva giocare,
ma solo al buio e senza gridare.
“Shhh, stan dormendo, non fare rumore.”
Dicevano in coro guanti e sciarpone.
Il piccolino tratteneva il fiato,
sentendo fuori le scarpe felici,
che si incontravano da vecchi amici.
Destra e sinistra, sempre appaiate,
loro amavan le passeggiate.
Lui ascoltava e continuava a sognare
un fratellino con cui giocare.
Ma un giorno di pioggia le sentì narrare
una storia triste e senza morale.
Loro parlavan di un bambino infelice
solo per colpa di una lavatrice.
Ed è quel giorno che ha realizzato
che parlavan di lui, il calzino spaiato.